30 - 04 - 2020

Il virus con la corona

Werad Virus

A discapito di tutti gli oroscopi e dei più popolari siti di trend, il 2020 si è aperto all’insegna del COVID-19 che ha portato a tutti un’unica certezza: l’improbabilità delle cose. Si potrebbe dire che qualcuno tutto questo lo aveva predetto. Bill Gates in un TED Talk del 2015 descrisse questo scenario affermando che non saremmo stati pronti, e infatti non lo siamo. Eruditi Sapiens sapiens – abbiamo divorziato anni fa da una Natura che oggi se la gode, senza mostrare alcun risentimento. Della serie: “Chi si loda si imbroda”.

Quello che stiamo vivendo è indubbiamente un periodo interessante, di cui si parlerà a lungo e che verrà accompagnato – come tutti i periodi storici – da letteratura, poesia, vignette politiche, momenti caldi dei media, e anche da un linguaggio visivo di “propaganda”. La Propaganda, intesa come “attività di disseminazione di idea o informazione con lo scopo di indurre a specifici atteggiamenti e azioni” è il tema proposto dalle Nazioni Unite nella chiamata all’azione ai creativi di tutto il mondo. Come Agenzia di comunicazione, abbiamo deciso di rispondere alla chiamata e per farlo ci siamo fatti alcuni domande: “Come si comunica in un momento di questo tipo? Come si inducono milioni di persone a comportarsi in un certo modo, ma soprattutto esiste un modo per comunicare in tutto il mondo con lo stesso linguaggio visivo?”. Abbiamo risposto creando un manifesto pubblicitario comprensivo di tutti gli elementi necessari. Ve li raccontiamo uno per uno.

Comunicare il problema provocando curiosità

Il Covid-19 è una malattia che attacca l’uomo, si trasmette da uomo a uomo e solo l’uomo può capire come curarla. È una pandemia talmente antropocentrica che il problema pare essere proprio l’uomo. Questo significa che l’umanità deve accettare di essere il problema, la causa di tutti i mali. Il nemico. Non gli Americani, i Cinesi, i Tedeschi o i Giapponesi – Tutti noi, nessuno escluso. Il messaggio deve dire nel modo più semplice possibile – ovviamente senza creare panico – che l’uomo è il problema ma che può evitare di contrarre la malattia con pochi semplici passi:

• Lavarsi le mani

• Mantenere le distanze

• Evitare la disinformazione

• Essere gentili

• Donare

Per allineare il messaggio di tutti, le Nazioni Unite hanno fornito questi bollini

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Il soggetto

Ragionando in modo antropocentrico a lanciare il messaggio dovrebbe essere un nuovo dio antropomorfo che però non contrae il virus. Ma siamo sicuri che accetteremmo consigli da uno uguale a noi che però può uscire? E allora se non un uomo, se non un dio da chi accetteremmo consigli su come sopravvivere? Forse da un Virus, uno con la Corona. Non più da un dio ma da un Re. Il soggetto del manifesto proposto è il Corona virus o meglio il Virus con la corona. A livello espressivo, la realizzazione ci ha posto una domanda importante: Il virus è cattivo o buono? Alla fine essendo un personaggio abbiamo potuto gestire la sua espressività in base alle occasioni.

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Di base è buono ma è un “bullo”. È un pò “stronzetto” ma è anche molto premuroso. Ha la corona perché come ogni re, ha un sacco di responsabilità. Il suo scopo è quello di cambiare il comportamento delle persone e fargli capire che hanno di fronte una grande opportunità. Abbiamo deciso di rappresentarlo come un personaggio a cui affezionarsi perché starà con noi per diverso tempo, è quindi meglio imparare a conoscerlo e rispettarlo anche se a volte affezionarsi potrebbe essere pericoloso. È un tipo un pò egocentrico ed è per questo che è il soggetto della sua stessa campagna pubblicitaria.

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Un Re comunica con tono imperativo

Il virus fa parte di noi e dobbiamo conviverci, è dentro di noi. È nell’aria – fonte di vita. È vivo e fa parte della vita. Il virus è il nostro Re e come ogni re da ordini, non chiede le cose ma le impone:

Wash your hands!

Maintain physical distancing!

Do more, donate!

E perché dovremmo fidarci di lui? Perché è un influencer.


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