04 - 09 - 2017
Design versus Art
Ho frequentato un istituto che trattava arte applicata iscrivendomi però al corso di Comunicazione. Forse è per questo motivo che per molto tempo ho avuto le idee confuse su quale era il limite tra arte e design. In effetti per molti aspetti le due cose si intersecano, almeno lo hanno fatto per un periodo storico, dove i più creativi erano gli artisti a cui veniva attribuito il ruolo di designer. Personalmente sono molto felice che lo abbiano fatto perché così possiamo ammirare pezzi unici di architettura ed accessori.
Il punto su cui però interrogarsi è uno solo: il design deve tendere al bello o al funzionale? Quale vende di più?
Avete presente l’Art Noveau? Bellissima, sinuosa in tutte le sue linee ricurve e dettagliate, con i suoi bordi netti in stile fumetto pop, i suoi ori scintillanti e le sue architetture che si ispirano alla natura e dipinti giapponesi. Su Klimt ho scritto un tema e realizzato (in un totale delirio cosmico di onnipotenza) una sua opera in creta. Mia mamma a casa aveva attaccato dei quadretti con i manifesti di Steinlen, Mucha e Lautrec. Che colori, che tratto. Forse anche io un giorno potrò fare il disegnatore di pubblicità come loro, mi dicevo.
Ma non si trattava di design, erano solo degli artisti che disegnavano poster diventando illustratori.
Avete presente Sottsass? La megafigata dello specchio Ultrafragola, la libreria Carlton che tutti hanno desiderato almeno una volta nella vita? Come vorrei poterli mettere in casa.
Ecco, a prescindere dai propri gusti, questo non è design anche se l’ideatore è un designer.
Partiamo dalle basi.
L’artista elabora un qualcosa che è per le masse. Il designer anche.
L’artista crea dei pezzi unici per soldi. Il designer anche.
L’artista è sensibile ai movimenti sociali del suo tempo. Il designer anche.
L’artista elabora qualcosa che gli viene dalle viscere a proprio sentimento, con la tecnica che più lo aggrada. Il designer elabora qualcosa che deve rispettare determinati standard sia materialmente che strutturalmente.
Per esempio non si può costruire un tavolo di carta velina perchè non potremo mangiarci. Questa è una licenza poetica che si può permettere l’artista per trattare un tema a lui particolarmente caro. Il designer invece può pensare a realizzare un tavolo leggero e resistente che può cambiare misura per le più disparate esigenze dell’acquirente.
L’artista crea nelle persone interrogativi. Il designer risponde alle domande dei più esigenti.
Il design visivo per le pubblicità non dovrebbe costruire troppi interrogativi intorno alla sua funzione. La comunicazione deve essere veloce, colpire diretta senza far perdere lo spettatore nella foresta delle informazioni. Le persone leggono le immagini dalle auto, scorrendo le riviste e i device .
Al centro di una folla di gente che parla, solo un megafono viene ascoltato da tutti.
Ci sono un bel pò di parole che se pronunciate in associazione con altre possono farti sentire migliore nell’impiego che svolgi. Alcune di queste appartengono alla categoria dei designer e vengono usate a sproposito per una moltitudine di altre professioni.
Per come la intendo io, per tutte le domande che mi sono fatto e le relative risposte a cui sono arrivato, il design è quella particolare invenzione che migliora la vita delle persone, non la rende solo più bella e alla moda.
Fare design è un qualcosa che richiede conoscenza del prodotto che deve essere sviluppato. Per capire se un vino è buono o meno se ne deve aver provati altri e bisogna sapere quali sono le caratteristiche che lo rendono un vino di qualità. Ci può piacere anche il vino in tetrapak, ma non possiamo dire di essere dei sommelier.
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