03 - 11 - 2023

Tutto sul packaging sostenibile

Un tema hot e trasversale a molti mercati è quello del packaging. Ecco come le aziende si stanno attrezzando per ridurne le emissioni

Realizzare packaging sempre più sostenibili è un imperativo planetario: ridurre le emissioni di CO2 è necessario a scongiurare una catastrofe climatica. Non solo: è quello che chiedono a gran voce i 196 paesi firmatari dell’Accordo di Parigi. Il tetto massimo di emissioni di CO2 fissato per il 2025 per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi è ben lontano dall’essere raggiunto, così come la riduzione del 43 per cento di emissioni di CO2 entro il 2030 anzi, a basarsi sulle previsione odierne, queste sono destinate ad aumentare. Se dovessimo arrivare a un aumento delle temperature di 3° gradi centigradi rispetto all’era preindustriale, le implicazioni per il pianeta sarebbero catastrofiche: assisteremmo alla scomparsa delle barriere coralline, dei ghiacciai e milioni di persone sulla terra si ritroverebbero nella condizione di essere migranti climatici. E tutto questo dipende dal packaging? Non solo: gli imballaggi però hanno una voce in capitolo importante in un mondo dove gli acquisti sono sempre più digitali e le spedizioni all’ordine del giorno. Ma c’è di più: impegnarsi a realizzare packaging responsabile dal punto di vista ambientale, è anche un’opportunità di business.  

Packaging sostenibile: sfide e opportunità 

Con l'aumentare delle catastrofi legate al cambiamento climatico, i governi si muoveranno per introdurre ulteriori leggi volte a ridurre le emissioni di carbonio causate dagli imballaggi, forzando la mano ai produttori. Il vantaggio di essere un early adopter è la capacità di creare una narrazione convincente per i consumatori attenti all'ambiente, costruendo nel tempo credibilità e leadership. Un’ulteriore motivazione per i produttori di packaging a invertire la rotta, se non bastasse quella sufficientemente forte legata alla sopravvivenza del pianeta, è data dal possibile incremento del fatturato. La società di consulenza McKinsey ha infatti condotto una ricerca negli Stati Uniti che mostra come, negli ultimi cinque anni, le dichiarazioni ESG (ovvero la comunicazione dei dati riguardanti le operazioni delle aziende in tre ambiti: ambientale, sociale e di governance) abbiano portato in molti casi a una crescita cospicua nei fatturati. I prodotti dichiarati "carbon neutral" sono cresciuti dell'8,5 per cento in più rispetto ai concorrenti equivalenti. Ma se l’acquisto di alcuni prodotti è necessario, quello degli imballaggi è del tutto superfluo, a meno che non si necessiti di una spedizione. Ecco perché, per convincere i consumatori più attenti, è necessario dare prova del proprio impegno eliminando gli elementi superflui e ottimizzando quelli rimasti, ad esempio progettandoli in modo che siano riutilizzabili.

Confezioni riutilizzabili 

Avete presente le foto delle dispense nelle case di campagna? Con tanti barattoli di vetro contenenti diversi alimenti? Ecco: questo principio basilare di riuso, che qualunque delle nostre nonne avrebbe giustamente bollato come banalità, oggi è una strategia di marketing vincente. Stiamo assistendo a uno spostamento verso modelli di riuso in cui i consumatori acquistano prima una confezione che ritengono desiderabile, e poi la conservano ricaricando semplicemente il prodotto al suo interno. Questo consente di realizzare confezioni e imballaggi più grandi, che però vengono comprati una volta per tutte, e poi realizzare packaging più snelli e meno impattanti dal punto di vista delle emissioni di carbonio per quello che riguarda il prodotto con cui fare il refill. 

ll brand di gin britannico 6 O'Clock, ad esempio, ha stimato che ricaricare di gin la sua iconica bottiglia blu, anziché comprarla nuova tutte le volte, riduca le emissioni di imballaggio del 94,4 per cento, generando solo 46 grammi di CO2 per 700 ml di prodotto invece che 812. TwistMist, che nel 2023 si è aggiudicato il Sustainable Packaging Innovation Award, è la prima bomboletta aerosol al mondo senza gas propellente, che può essere ricaricata fino a 30 volte, con un'impronta di CO2 inferiore del 90 per cento rispetto ai tradizionali bombolette di aerosol contenenti gas propellente liquido.

We Rad News Sostenibilita 01

Paper queen

Dal 14 gennaio 2022 le norme contro la plastica monouso sono entrate ufficialmente in vigore anche in Italia, che ha recepito la direttiva SUP (single use plastics) 2019/904 della Comunità europea che vieta la vendita di posate, piatti, cannucce e altri prodotti in plastica. L’elenco include anche cotton fioc, agitatori per bevande, aste per palloncini e alcuni specifici contenitori per alimenti, oltre a tutti quelli per bevande in polistirene espanso. Non è detto poi che in futuro non vengano emanati altri plastic ban: ecco quindi molti buoni motivi per eliminare la plastica dal proprio packaging e passare alla carta, materiale che si sta affermando sempre più nel settore degli imballaggi. 

In termini di riduzione delle emissioni infatti, carta e cartone superano di gran lunga la plastica e, dalla loro, hanno un dato molto convincente: solo 0,94 kg di CO2/kg contro 3,5 kg di CO2/kg dei prodotti in plastica. Inoltre la carta è uno dei materiali di imballaggio più riciclati a livello globale, mentre solo il 9 per cento degli imballaggi in plastica viene riciclato. Non solo: mentre la carta può essere riciclata più volte, fino a sette, il ciclo della plastica si ferma a due. Senza contare poi che la carta si biodegrada più facilmente, mentre la plastica può rimanere su questo pianeta fino a 500 anni dopo essere stata buttata, andando a inquinare soprattutto i nostri mari. Stando ai dati diffusi dal WWF infatti ogni anno finiscono nei nostri oceani 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastici, che minacciano direttamente 700 specie marine. 

Torniamo in Gran Bretagna perché il supermercato Sainsbury's ha sostituito i flaconi di plastica con cartoni riciclabili che, non solo pesano meno in termini di emissioni di CO2, ma sono anche più leggeri del 35 per cento e consentono così di diminuire il traffico su strada di 13 camion ogni anno. Il brand ha stimato di aver così ridotto la propria impronta di carbonio del 50 per cento e di aver impedito l’arrivo in discarica di 22 tonnellate di rifiuti di plastica monouso. Il nostro cliente Dorabruschi (scopri qui il case study) invece, oltre ad adottare un packaging di carta, ha anche fatto un passo in più nei confronti della trasparenza del prodotto stesso, con una soluzione grafica degradé che accompagna e facilita il consumatore nella lettura.


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Sperimentazione e riciclo 

Riciclare non è mai stato così hot come oggi e la ricerca in questo senso sta facendo enormi passi avanti: alcuni produttori stanno sperimentando il riciclo molecolare, ovvero una trasformazione chimica alternativa alla trasformazione fisica dell’imballaggio post consumo. Ad oggi la legislazione in materia è abbastanza permissiva e prevede percentuali obbligatorie minime di materiale riciclato, ma non è detto che le cose in futuro non cambino e molti produttori stanno già entrando nell’ordine di idee di alzare significativamente la percentuale di materiale riciclato dei loro packaging

Nestlé Messico ad esempio ha collaborato con Greenback Recycling e con Enval Technologies per creare un impianto di riciclaggio avanzato, che trasforma le plastiche flessibili difficili da riciclare in olio pirolitico, un elemento costitutivo per nuovi imballaggi in plastica per alimenti. Il processo è a basse emissioni ed è in grado di riciclare strati di alluminio altrimenti non riciclabili negli imballaggi in plastica flessibile.

Parola d’ordine: rigenerare

Dalla nostra prospettiva nel 2023 è difficile immaginarlo, ma col tempo i materiali di nuova generazione andranno a sostituire completamente la plastica per gli imballaggi. La sostituzione di materie prime ad alta intensità di carbonio come i derivati della plastica è necessaria per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici e, stando a quanto riporta l'American Chemical Society (ACS), i prodotti biochimici potrebbero ridurre le emissioni fino all'88 per cento. Un altro importante passo avanti in questo settore è lo sviluppo di carta senza alberi, ricavata da materiali di scarto come foglie o materiali rigenerativi come la canapa o le alghe. In particolare la canapa sarà un materiale gettonatissimo per il packaging del futuro: la pianta stessa assorbe anidride carbonica, rendendo l’intero processo preferibile ad altri. 

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